Il servizio dell’abate
La guida di un monastero benedettino è nelle mani del suo abate. Secondo l’interpretazione della Regola, egli è chiamato "Signore" e "Padre" in riferimento a Cristo (RB 63, 13). L'abate serve l'unità e la concordia della comunità monastica.
San Benedetto esige molto dal servizio dell'abate. Tra i requisiti che deve possedere un degno candidato all'ufficio di abate egli menziona:
- Merito di vita (Regula Benedicti = Regola di Benedetto 64, 2):
L'abate deve essere eletto per merito di vita, "anche se fosse l'ultimo nell’ordine della comunità". - Misericordia (RB 64):
Che l'abate "sappia che a lui spetta piuttosto di giovare che dominare" e "si studi più di essere amato che temuto". - Dottrina di sapienza (RB 2):
"Perciò l'abate può insegnare o determinare e comandare solo ciò che è in accordo con la legge divina."
Capacità di saggio discernimento
Un criterio decisivo è la capacità di saggio discernimento, la discretio, la "madre delle virtù". L'abate deve rendere giustizia all'individualità dei monaci, ai loro bisogni (RB 64,19) e ascoltare i loro suggerimenti. D'altra parte, deve assicurarsi che anche i monaci usino le loro capacità per il bene della comunità monastica.